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L’Isola Comacina
“Tra le aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’Altomedioevo”
Partendo dal museo Antiquarium, nei pressi del quale è possibile visitare la chiesa romanica di S. Maria Maddalena dal famoso campanile gotico, ci si imbarca sulle acque del Lario, attraversando la cosiddetta “Zoca de l’Oli”, fino a raggiungere l’Isola Comacina.
Unica del lago di Como fu protagonista della storia comasca in età romana e altomedievale risultando un oppidum militare, un fulcro politico, nonché uno dei più importanti centri religiosi della diocesi. La grandezza dell’Isola nella storia è tale da ritenerla il luogo mitico da cui sarebbe sorta l’ars muraria dei Magistri Comacini, ed anche da cui sarebbe partito l’intero processo di sviluppo dell’arte medievale italiana. La splendida storia della Comacina sembra interrompersi bruscamente nel 1169, l’annus horribilis che segnò il suo tragico destino: devastata e rasa al suolo per opera dei comaschi e del Barbarossa, l’Isola decadde rapidamente, finendo nei secoli successivi in uno stato di abbandono. Apprezzata per la sua caratteristica natura lussureggiante e per gli splendidi panorami, l’Isola Comacina ha riottenuto l’onore di un tempo a partire dal 1900, attraverso la realizzazione delle tre case per artisti, di stile razionalista, destinate a rendere l’Isola un focolare dell’arte, e grazie alla serie di scavi archeologici condotti dagli studiosi Ugo Monneret de Villard (1914) e Luigi Mario Belloni (1958-1978). Ad essi va il merito di aver contribuito a definire quella che è oggi l’Isola Comacina: un sito archeologico la cui importanza travalica i confini locali, tanto da collocarlo tra le aree archeologiche più interessanti dell’Italia settentrionale per l’Altomedioevo.
Resti di un colonnato marmoreo di epoca romana conservato sotto la chiesa di S. Giovanni Battista, testimonianze paleocristiane come l’insolita aula biabsidata con lacerti musivi e affreschi parietali, ed anche numerosi resti di chiese romaniche tra cui spiccano la cripta della basilica di S. Eufemia e le murature in pietra squadrata del complesso dei SS. Faustino e Giovita: tutto questo costituisce il prezioso patrimonio artistico della Comacina, insieme ai molteplici reperti che sono stati recuperati durante le campagne archeologiche e che si troveranno esposti nel museo Antiquarium a Ossuccio.